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FORSE UN IMPATTO NEL MARE CRISIUM
Dalla Luna alla Nomentana
Con passione e tenacia, affiancano la NASA nel monitoraggio delle collisioni di meteoriti con il nostro satellite. Uno di loro è Raffaello Lena, astrofilo di Roma, protagonista il primo agosto scorso, insieme ad Andrea Manna e Stefano Sposetti, del triplo avvistamento d'un potenziale impatto lunare.
13/08/2013 17:17
Sono 301 gli avvistamenti candidati a impatti lunari registrati dal Meteoroid Environment Office della NASA dal 2005 a oggi
Piovono pietre, di questi giorni, da queste parti del Sistema solare. E se qui sulla Terra l’effetto è quello pirotecnico delle stelle cadenti, su altri corpi celesti meno fortunati – sprovvisti di quel giubbotto antiproiettile che è l’atmosfera – i bolidi celesti arrivano indenni fino al suolo, generando crateri da impatto più o meno grandi. Come avviene sulla Luna, bersagliata praticamente ogni giorno da meteoroidi di peso superiore al chilo: granate vaganti a velocità comprese fra i 20 e i 70 chilometri al secondo e oltre.
A tenerne sott’occhio gli effetti distruttivi sulla superficie della Luna c’è il Meteoroid Environment Office della NASA, che dal 2005 a oggi ha già registrato oltre trecento “brillamenti”. L’ultimo ufficialmente riconosciuto risale al 17 marzo scorso, ne abbiamo parlato anche qui su Media INAF.
Ma la NASA non è sola, in quest’impresa: ad affiancarla nell’opera di ricognizione continua del volto lunare ci sonoappassionati da un po’ tutte le parti del mondo, Italia compresa. Ed è proprio dall’Italia che Danielle Moser, l’addetta del Marshall Space Flight Center della NASA che si occupa di raccogliere le segnalazioni, ha ricevuto, nei giorni scorsi, una mail con la descrizione dettagliata d’un avvistamento avvenuto alle 02:21:55.7 UT (ora universale) del primo agosto. Un avvistamento molto particolare, spiegano gli autori: a fotografare l’improvviso flash sulla superficie della Luna – firma caratteristica d’un impatto – sono stati infatti, in contemporanea, tre osservatori a parecchi chilometri di distanza l’uno dall’altro: Andrea Manna da Cugnasco, in Svizzera, nel Canton Ticino; Stefano Sposetti da Gnosca, sempre nel Canton Ticino; e da Roma, dunque a oltre 500 chilometri di distanza dai due colleghi svizzeri, l’italiano Raffaello Lena con il suo telescopio da 130 millimetri.
«Un piccolo strumento e una telecamera usati da Roma, vicino a Montesacro, sulla via Nomentana! Da Italiano ne sono fiero», esulta Lena. E ha motivo di esserlo: se la NASA – usando per esempio LRO, il Lunar Reconnaissance Orbiter – riuscisse a confermare che il triplice avvistamento è davvero dovuto a un meteorite, si tratterebbe del primo impatto lunare registrato in Italia.
A rendere ancora più suggestiva l’osservazione sarebbe poi il luogo dell’impatto, già teatro d’un memorabile botto: quelMare Crisium nel quale il 21 luglio del 1969 – con gli astronauti dell’Apollo 11 ancora lì sul nostro satellite, reduci dallo storico passo – andò a schiantarsi la sonda sovietica Luna 15. Una missione disastrosa, quella di Luna 15, offuscata dallo straordinario successo dei rivali americani, ma a suo modo storica anch’essa: rappresentò uno fra i primi esempi di cooperazione USA-URSS nell’avventura spaziale. In quell’occasione, infatti, l’allora presidente Richard Nixon acconsentì a uno scambio diretto fra la NASA e gli scienziati dell’Unione sovietica al fine di confrontare i parametri orbitali delle missioni, così da scongiurare il rischio d’interferenze.
Per saperne di più:
Qui sotto, le immagini con il “lampo” registrato da Andrea Manna, Raffaello Lena e Stefano Sposetti:
http://www.uai.it/web/guest/astronews/journal_content/56/10100/339016
Contemporaneità, evoluzione, luminosità, morfologia dell'evento e assenza di parallasse fanno pensare che si sia effettivamente trattato dell'impatto di un meteoroide.
Impatto lunare del 1° agosto 2013
Raffaello Lena (Roma – rifrattore Ø 130 mm, Mintron MTV-12V1C-EX), Andrea Manna (Cugnasco, Svizzera - riflettore Ø 200 mm, Watec 120N+) e Stefano Sposetti (Gnosca, Svizzera – rifrattore Ø 150 mm e riflettore Ø 280 mm, entrambi con Watec 902H2 Ultimate) eseguono da tempo osservazioni congiunte del lato oscuro del disco lunare, allo scopo di rilevare possibili impatti. Particolare attenzione è rivolta alla sincronizzazione delle registrazioni.
Il 1° agosto 2013 hanno registrato, alle 02h21m55s.7 TU, un lampo paragonabile a una stella di 8a magnitudine visuale della durata di circa 0.08 s.
Sovrapponendo le tre immagini, il punto luminoso non manifesta una parallasse evidente, nonostante la base assai lunga tra Roma e il Canton Ticino. In particolare, il fenomeno ha avuto luogo a longitudine 73° ± 4° E e latitudine 27° ± 3° N, vale a dire a nord-est del Mare Crisium, nei pressi del cratere Seneca C:http://planetarynames.wr.usgs.gov/Feature/13050.
Contemporaneità, evoluzione, luminosità, morfologia dell'evento e assenza di parallasse fanno pensare che si sia effettivamente trattato dell'impatto di un meteoroide.
L'interpretazione fisica del fenomeno è ancora in corso, ma la massa del meteoroide potrebbe essere dell'ordine del chilogrammo e il diametro del cratere dell'ordine di 1-10 metri; potrebbe quindi essere rilevato dal Lunar Reconnaissance Orbiter, per confronto con immagini ottenute in precedenza.
I risultati preliminari sono in: http://www.lunar-captures.com//Selenology_Today/selenologytoday33.pdf.
Nel momento in cui scriviamo, il possibile impatto più recente nell'ambito del progetto Lunar Impact Monitoring del Marshall Space Flight Center risale al 16 aprile 2013
http://www.nasa.gov/centers/marshall/news/lunar/
Un articolo di carattere generale è apparso sul n. 6/2012 di Astronomia.
Immagine di Raffaello Lena (GLR group, Roma)
Immagine di Andrea Manna (Cugnasco, Svizzera)
Immagine di Stefano Sposetti (Gnosca, Svizzera).
Localizzazione del flash
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